No alle Trivelle – il 17 aprile vota SI

Chi ha studiato comunicazione sa bene che nella sintesi sta gran parte della sua efficacia. E sa bene quanto sia importante “far parlare”, stimolare un seguito. Ed è “missione compiuta” perfettamente quella messa in atto da B Shaped, agenzia ideatrice e promotrice della campagna “No alle Trivelle – il 17 aprile vota SI”.

L'idea di un logo che rappresenti una donna a quattro zampe con dietro una una torre a traliccio, accompagnato dalla scritta: «Trivella tua sorella», con tanto di hashtag è stato ripreso su tutti i social, quindi riportato su testate locali e nazionali, magazine e media in genere.

A fare il gioco dell'agenzia è stato quel mondo sempre più roboante e, ahimè crescente, che vede nell'estremizzazione delle cose il senso alla propria esistenza. In questo caso è stata la massa femminista (non il vero e riconosciuto movimento) a scandalizzarsi e a denunciare di sessismo l'autore di tale campagna e di conseguenza l'agenzia.

Nel magma di questa strana società fatta di cattolici praticanti credenti “casa e chiesa” che vuole alzare barriere e muri per respingere gli invasori (contravvenendo leggermente il messaggio del loro Cristo), che chiede di armarsi per far uscire di casa propria l'intruso in orizzontale, fatto di vegani che inseguono per linciare il giornalista provocatore in cerca di notorietà, fatto di conduttori televisivi capaci di ospitare rappresentanti della mafia per presentare la propria “opera letteraria”, dobbiamo registrare l'indignazione per una efficace vignetta rivolta ad una causa ambientale di grande importanza.

In questo modo ecco centrato perfettamente il bersaglio: ottimo risultato per la campagna, fantastica azione di visibilità per l'agenzia autrice dello spot. 

L'idiozia e l'esasperazione hanno giocato la loro partita. 

E inevitabilmente, come sempre, hanno perso.