Questo è successo pochi giorni fa, un qualunque giorno di primavera. Lui lo conoscono tutti, soprattutto le mamme che, a passeggio con i propri piccoli sul lungomare della Versilia, lo trovano da anni lì, facendo grandi bolle di sapone con i suoi arcaici strumenti, lui per guadagnare quel po' per vivere, i bambini divertendosi alla visione di questo vecchio e del suo vecchio gioco innocente. Si chiama Boris, la sua storia è come quella di tanti altri, impegnati ad arrangiarsi in un modo o nell'altro, senza creare danno ad alcuno, senza estorcere nulla a nessuno, l'unico obiettivo è qualche soldo che può sfamarsi, tutto il resto non importa, solo tirare a campare. Anche quel giorno stava disegnando con le sue bolle un angolo di Versilia. Aveva consentito ad un ragazzo di poterlo riprendere mentre si “esibiva”, muovendo con la giusta manualità due bastoni legati da una corda che, immersa in un secchio l'acqua leggermente saponata avrebbe dato vita a grossi cerchi magici” che poi si sarebbero trasformati in grosse bolle di sapone poi, per lo stupore dei bambini e con la gioia delle mamme che potevano fare divertire i loro piccoli alla visione di antichi giochi di un tempo.
Ma Boris aveva sbagliato postazione, da dove stazionava solitamente si era spostato lì, allo sbocco di una delle tante discese che portano al mare e ad uno dei tanti bagno di cui è noto questo tratto di costa. E lì, ad angolo, aprono le vetrine due negozi, il 48/Mondodisco e Yamamay.
Si racconta che in un precedente episodio, i titolari di questi negozi avevano consigliato a Boris di allontanarsi, prima con le buone, poi con alcune minacce in stile “bullo di una volta” con - guarda che ti spacco la faccia -, o “razzista dei giorni nostri” con il tipico – tornatene a casa tua... -.
Boris non se l'era presa male, aveva alzato le spalle e, in cuor suo, avrà pensato “lasciali parlare questi, ben vestiti saranno, ma miseri e ignoranti sono...”. Lui di cose ne ha viste e sentite peggio, su di sé, sulla sua pelle e sulla pelle di chi ha perso nella sua storia, vissuta ogni giorno alla ricerca del giorno dopo. Boris era lì, anche pochi giorni fa, immergeva la sua corda nell'acqua saponata e faceva le sue bolle, La gente passava e lo guardava, qualcuno si fermava, I bambini tutti, volevano fermarsi e rimanevano incantati da questo piccolo magico gioco. Non si aspettava certo, Boris, che i suoi nemici, quelli che ti accolgono così cerimoniosi nei loro negozi, così accoglienti e gentili, sfoderassero l'altra loro faccia, quella vera, quella che si cela dietro alla maschera del mercenario affarista.
Boris viene nuovamente invitato ad andarsene, le minacce di violenza non si fanno attendere "ti devo massacrar di botte?" oppure "vuoi che ti spacco la testa?". Poi però, al più illuminato commerciante gli si accende la lampadina di Archimede e, imbracciata la canna dell'acqua, decide che lì, proprio lì, proprio in quel momento, il piazzale andasse annaffiato. L'amico commerciante confinante si presta a fargli da guida, indicandogli dove è bene annaffiare di più, magari proprio lì, dove a terra ci sono le poche povere cose di Boris, gli “attrezzi del suo mestiere”. Qualche minaccia si spendeva, senza fare troppa economia, anche per il ragazzo che stava riprendendo la scienza, il quale però mostrava non tanto timore e le risposte alle minacce facevano desistere l'intimidatore che si ritirava mestamente e rinunciava a mostrare le sue unghie aggressive che, evidentemente, erano assai spuntate. Ma si sa, i vigliacchi sono forti con i deboli e deboli con i più forti, cosicchè l'attacco al vecchio Boris poteva continuare. Non rimaneva altro da fare all'uomo delle bolle ce non chiamare l'aiuto della polizia che, sopraggiunta sul luogo, svolgeva il suo compito ascoltando la versione delle parti.
E' certo che, al di là di quanto la legge vorrà predisporre, l'ignoranza e l'intolleranza dimostrata dai negozianti protagonisti non gioverà un granchè alle loro finanze, se è vero che, dal giorno successivo all'accaduto, il web era invaso da video e foto che ritraevano i protagonisti di questa triste vicenda versiliese. E i commenti non erano esattamente “bravi, avete fatto bene a trattare così il vecchio Boris, continuate così...”. No, erano di tutt'altra natura...
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