PREMESSA
Prima di tutto vale una considerazione l'affluenza alle urne per capire alcune cose. Il popolo bue, il cittadino menefreghista, l'elettore non votante massacrato perchè il "non andare a votare è un'azione deplorevole", ha dimostrato, ieri, due cose: la prima che il "non voto" alle politiche italiane non è dovuto all'elettore che si è improvvisamente rimbecillito, ma ad una legge elettorale truffaldina e vergognosa che offende l'intelligenza dei cittadini italiani. Ieri, con posizioni ed argomenti chiari, i numeri dei votanti sono stati elevati, contro ogni più rosea previsione.
Seconda cosa che il nostro belpaese ha, nel suo patrimonio storico, ancora poche cose di pubblica proprietà, tra queste la Costituzione Italiana, e di questa si è orgogliosi e fieri perchè è la storia di un popolo, è la storia di oppressioni e di tirannie, è la storia di donne e di uomini che hanno lottato e che hanno dato la propria vita per la libertà. La Costituzione Italiana è stata scritta da chi aveva ben chiaro su quali valori si fondano le radici di una società giusta. Scritta da chi non aveva la furbizia ipocrita di stendere testi complicati, tali da essere interpretati a piacimento, come sono la maggior parte delle nostre moderne leggi.
Ecco la vittoria della Costituzione Italiana dove sta: nella gente che l'ha scritta, nella loro onestà, nella loro pulizia, nella loro bontà, nel loro Amore per la patria.
Tutto quello che oggi non c'è, svanito nelle lotte di potere.
NUMERI E PERCENTUALI DEL REFERENDUM
Il No ha vinto al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre con il 59,11 per cento dei voti, contro il 40,89 per cento dei voti ottenuti dal Sì: il presidente del Consiglio Matteo Renzi si dimetterà lunedì dal suo incarico. L’affluenza è stata del 65,47 per cento, pari a quasi 33 milioni e 244mila elettori: al referendum sulle trivelle dello scorso aprile votò il 31,19 per cento degli elettori italiani, mentre alle europee del 2014 votò il 57,22 per cento. Al referendum costituzionale hanno votato anche circa 1 milione 246mila elettori all’estero, il 30,74 per cento degli aventi diritto: tra questi il Sì ha vinto con il 64,70 per cento dei voti. In totale i No sono stati oltre 19 milioni 419mila, mentre i Sì sono stati circa 13 milioni 432mila: lo scarto è stato di quasi sei milioni di voti.
Il No ha vinto in quasi tutte le regioni italiane, con l’eccezione di Emilia-Romagna, dove il Sì ha preso il 50,39 per cento, Toscana, dove ha preso il 52,51 per cento, e Trentino Alto Adige, dove ha preso il 53,87 per cento. La regione in cui il No ha ottenuto più voti, in percentuale, è stata la Sardegna, con il 72,22 per cento, seguita dalla Sicilia con il 71,58 per cento, e dalla Campania con il 68,52 per cento. Nelle regioni in cui ha perso, i risultati migliori per il Sì sono arrivati in Umbria, dove ha preso il 48,83 per cento, nelle Marche, con il 44,95 per cento, in Lombardia, con il 44,51 per cento, in Piemonte, con il 43,53 per cento, e in Valle d’Aosta, con il 43,25 per cento.
Tra le grandi città, a Torino ha vinto il No con il 53,58 per cento, a Milano ha vinto il Sì con il 51,13 per cento, a Bologna ha vinto il Sì con il 52,23 per cento, a Venezia ha vinto il No con il 59,11 per cento, a Verona ha vinto il No con il 54,34 per cento, a Genova ha vinto il No con il 58,96 per cento, a Firenze ha vinto il Sì con il 56,29 per cento, a Roma ha vinto il No con il 59,42 per cento, a Napoli ha vinto il No con il 68,28 per cento, a Palermo ha vinto il No con il 72,31 per cento.
I risultati regione per regione:
• Abruzzo Sì 35,61 – No 64,39
• Basilicata Sì 34,11 – No 65,89
• Calabria Sì 32,98 – No 67,02
• Campania Sì 31,48 – No 68,52
• Emilia-Romagna Sì 50,39 – No 49,61
• Friuli-Venezia Giulia Sì 39,03 – No 60,97
• Lazio Sì 36,68 – No 63,32
• Liguria Sì 39,92 – No 60,08
• Lombardia Sì 44,51 – No 55,49
• Marche Sì 44,95 – No 55,05
• Molise Sì 39,22 – No 60,78
• Piemonte Sì 43,53 – No 56,47
• Puglia Sì 32,84 – No 67,16
• Sardegna Sì 27,78 – No 72,22
• Sicilia Sì 28,42 – No 71,58
• Toscana Sì 52,51 – No 47,49
• Trentino-Alto Adige Sì 53,87 – No 46,13
• Umbria Sì 48,83 – No 51,17
• Valle d’Aosta Sì 43,25 – No 56,75
• Veneto Sì 38,06 – No 61,94
I dati del voto all’estero:
Europa Sì 62,42 – No 37,58
Russia Sì 43,83 – No 56,17
Norvegia Sì 48,41 – No 51,59
Francia Sì 66,81 – No 33,19
Regno Unito Sì 62,70 – No 37,30
Spagna Sì 54,73 – No 45,27
Germania Sì 61,02 – No 39,98
Svizzera Sì 64,25 – No 35,75
Grecia Sì 56,19 – No 43,81
Turchia Sì 59,98 – No 40,02
America settentrionale e centrale Sì 62,24 – No 37,76
Canada Sì 67,10 – No 32,90
Usa Sì 58,87 – No 41,13
Giamaica Sì 40 per cento – No 60 per cento (Hanno votato 30 persone)
Messico Sì 62,39 – No 37,61
America meridionale Sì 71,93 – No 28,07
Colombia Sì 76,14 – No 23,86
Brasile Sì 84,23 – No 15,77
Venezuela Sì 61,72 – No 38,28
Africa, Asia, Oceania, Antartide Sì 59,68 – No 40,32
Sudafrica Sì 62,41 – No 37,59
Australia Sì 64,35 – No 35,65
India Sì 49,39 – No 50,61
Arabia Saudita Sì 51,63 – No 48,37
Repubblica Popolare Cinese Sì 57,67 – No 42,33
Giappone Sì 44,23 – No 55,77
E ora?
Dai maggiori quotidiani italiani si evince che Renzi potrebbe rimandare le sue dimissioni fino a venerdì, in modo da approvare in tempi molto rapidi la legge di bilancio in Senato, mentre si trova ancora in possesso dei cosiddetti “pieni poteri“.
Indiscrezioni, ma da fonti attendibili, riporterebbero al presidente Mattarella tale richiesta, avanzata all'ormai ex premier nel corso dell'incontro informale di questa mattina.
©Roberto Roby Rossi