Alla presentazione della nuova tratta, Guido Grimaldi non ha certamente mostrato timore nell'affrontare questa sfida, contrapponendosi a quelle potenze che, da quelle parti, sono note come i “padroni del mare”.
Quei padroni del mare che hanno determinando l'impoverimento di un'intera comunità e di un'economia, quella della produzione, del commercio e del turismo, inevitabilmente dipendente dai trasporti. Quei padroni del mare che, all'annuncio della discesa in mare del nuovo competitor, hanno da subito tradito leggero nervosismo. Le parole spese lo scorso gennaio da Guido Grimaldi, di fronte alla vasta platea accolta sulla Zeus Palace ormeggiata al porto di Olbia, sono state forti, decise, perentorie, di chi non ha paura a confrontarsi, di chi non teme minacce o messaggi intimidatori.
Forti e perentorie di chi conosce bene la propria forza, di chi ha le spalle ben coperte, di storia e non solo. E la stessa convinzione, ma anche la stessa passione, la leggi nei volti di chi ti accoglie a bordo e, ancor prima, di chi ti da servizio al back office in biglietteria.
La prima traversata è diurna, un giorno di febbraio, da Olbia la partenza è per le 10,00. La vedi lì, in mezzo agli altri due storici traghetti che hanno fatto la storia dei trasporti marittimi della Sardegna, nel bene e nel male, per la verità, negli ultimi anni, nel male, anzi, nel malissimo.
Un'isola, come detto, ostaggio di tariffe dei trasporti esorbitanti, ostaggio di compagnie che hanno visto e contribuito al fallimento di concorrenti, privati e pubblici, che non hanno saputo reggere uno strapotere usato in ogni forma, legale e forse no, nel totale e colpevole silenzio delle istituzioni.
Presenze turistiche ridotte pesantemente, il commercio danneggiato fortemente, il popolo degli emigrati impedito di tornarsene nelle loro famiglie.
Il tutto nel silenzio vergognoso delle istituzioni (è doveroso ripeterlo).
Saliamo a bordo della Zeus Palace dopo aver agevolmente parcheggiato l'auto nel garage 4, come ricordano prontamente gli addetti allo sbarco, cosicchè non brancoli nel buio una volta arrivato a destinazione.
Sali le scale che ti portano nelle aree comuni e nelle cabine, sali un'altro piano ancora per arrivare al ponte. Tutto appare pulito e curato, i dettagli non sono trascurati, i suoi 15 anni non li dimostra minimamente.
Ciò che però apprezzi su tutto è l'accoglienza del personale, pronto a spendere un saluto di benvenuto, sia alla reception, come al bar, e dovunque ti imbatti con qualcuno di questi dipendenti in bella divisa pulita ed ordinata. Ti viene subito da pensare che la selezione dell'equipaggio passi attraverso una predisposizione al contatto con il pubblico, anche se pensi che in alta stagione, probabilmente, con numeri di passeggeri che decuplicano e una quantità di lavoro che aumenta in proporzione, forse, così piacevoli e disponibili non lo potranno più essere. Forse, ma forse no.
Certo è che i presupposti, almeno sotto questo aspetto, sono assolutamente incoraggianti per gli amanti della Sardegna che dalla prossima estate sceglieranno Grimaldi per il loro viaggio.
Ma siamo solo all'inizio, dobbiamo ancora vivere tutto il resto, dal bar al ristorante al self service, dalle cabine ai servizi sanitari, dalle sedute ai vari altri servizi a bordo.
Appena saliti decidiamo di vivere il traghetto da clienti, senza qualificarci, allo scopo di non rischiare di essere serviti e seguiti con maggiore riguardo e di poter, in questo modo, conoscere il reale standard della nave.
Mi accomodo su una delle poltroncine della sala Gaudì, con ampio banco bar, due tv sintonizzate su canali mediaset, un pianoforte a coda che, mi dicono, nel pomeriggio (attorno alle 16,00 circa) allieterà le ultime ore di traversata.
Sistemo le mie cose, libro e computer, quadernetto e penna, apparecchiature fotografiche e qualcos'altro, sulla sedia a fianco del tavolino e sull'altra mi siedo, apprezzandone la comodità.
Un buon ginseng prima di uscire sul ponte per prendere visione delle sue condizioni. Una buona serie di lavori sono ancora in corso d'opera, dal bar che s'affaccia alla piscina, alla piscina stessa, da un palo della luce che sembra debba essere ritinteggiato e che si eleva nell'area atterraggio soccorso elicottero.
Un po' di scatti e qualche ripresa mentre la Zeus Palace esce dal porto di Olbia, fiancheggiando la vasta area di coltivazione delle cozze (di cui la città è nota) e il faro che determina il confine di accesso alla zona portuale.
Ritorno al tavolo per mettermi a scribacchiare sul quadernetto le prime impressioni, mentre la traversata, nonostante il mare sia leggermente mosso, prosegue con estrema piacevolezza. Qui gioca ruolo determinante la notevole stazza del traghetto, capace di assorbire bene quelle onde che dalle finestre si vedono muoversi inquiete.
Si avvicina l'ora di pranzo che decido di consumare nel Ristorante Colosseum, adiacente la sala Bar Gaudì. Prima però mi avvicino alla cabina per lasciare lo zaino e le altre cose. Scendo un piano e mi inoltro nel corridoio dove si affacciano gli ingressi delle cabine. Quella che ho prenotato, per un costo di poco superiore alle 20 € (grazie anche alla promozione attiva fino a tutto il mese marzo), è cosidetta interna 4 posti e la trovo in ottime condizioni di pulizia e di ordine, con un bagno comodo e funzionale. Proverò più tardi anche la comodità del letto al quale dedicherò un paio d'ore di buon sonno!
Una veloce rinfrescata ed è ora di pranzo, per cui mi avvicino al Colosseum con la curiosità di provare la cucina che, da emiliano amante della ristorazione, mi auguro all'altezza di quanto fin qui potuto apprezzare.
Accoglienza e professionalità sono il primo biglietto da visita del maitre Giuseppe il quale mi fa accomodare al tavolo e mi offre un prosecco con piccolo assaggio di formaggio cremoso spolverato di bottarga, accompagnato da pane carasau. Un ottimo inizio, in chiave sarda. A seguire una buon primo di pasta al sugo di alici con bottarga e, per finire, filetto al pepe verde (non so dove mi si legge che amo la carne rossa e più che leggermente al sangue, perchè esattamente così era!).
Salto il dessert per terminare con un buon caffè. Un conto equo, per un servizio ed una cucina meritevole di lode. E' venuto il momento di presentarmi, mi dico, e di dichiarare l'incarico assunto a bordo della Zeus Palace.
Chiedo di conoscere il commissario di bordo, ma anche lo chef per potergli fare i miei complimenti per la qualità dei piatti e la sua ottima esecuzione.
La chiaccherata con il giovane commissario, Claudio Ferrara, un trentaquattrenne che ha scelto questo mestiere come sua professione, insieme allo chef Luca e al maitre Giuseppe, diventa uno scambio di pensieri e di opinioni convergenti, che spaziano dal lavoro al turismo, dalle scelte della compagnia Grimaldi alla dichiarata speranza che possa scrivere per la Sardegna, per la sua economia e per la sua gente, parole nuove, di futuro e di crescita, di dignità e di sinergie.
Il saluto è un arrivederci, per poter, insieme, essere funzionali l'un l'altro.
Nel frattempo dal bar arriva un po' di musica, meno da piano bar come mi era stato detto, più da dance, forse per dare una “sveglia” a chi si era lasciato andare al sonnellino post pranzo.
Nel mio caso il sonnellino è ancora da fare, quindi lascio il brio della dance e mi dirigo verso la cabina dove mi distenderò una buon'ora prima dell'arrivo a Livorno.
La discesa ai garage è agevole, anche dato il basso numero di passeggeri di questi tempi, l'uscita con l'auto altrettanto, come anche l'uscita dal porto, nonostante l'attracco offerto a Grimaldi è di quelli che più decentrato non si può, rendendo abbastanza laborioso la fase di avvicinamento! Chissà come mai, chissà se c'è lo zampino di qualcuno, chissà... pensare male, diceva qualcuno, non è bello, ma spesso ci si prende...
Alla fine però, se questo è lo scotto da pagare, alla stregua di viaggiare bene e a condizioni di Grimaldi, diciamo pure “10, 100, 1000 Grimaldi!”.
©Roberto Roby Rossi