Quest’oggi Vissi di Viaggio ci porta in gita con l’Associazione Rousseau, sull’Appennino Tosco Emiliano, più precisamente a San Benedetto in Alpe, piccolo comune in provincia di Forlì. Siamo a due passi dalla provincia di Firenze, laddove la Valle del Montone divide la Romagna dalla Toscana. Siamo dentro il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ed è qui che alloggeremo per tre notti.
La nostra dimora sarà una casa di proprietà della chiesa, attrezzata per ospitare fino ad una trentina di persone, in stanzoni con letti a castello. Il Centro Rosseau organizza questi soggiorni con ragazzi e bambini, all’interno di un programma cosiddetto “di continuità” che consente di vivere esperienze di gruppo, in totale autonomia, seguiti dai monitori che, da volontari, dedicano il loro tempo a questa attività. Le giornate saranno scandite tra escursioni e passeggiate nei dintorni e visite alle strutture d’interesse turistico e culturale, oltre alle mansioni che impegneranno i ragazzi all’interno della casa.
Si traccia pertanto un programma giornaliero che vedrà ognuno alternarsi tra lavori di cucina, di pulizie, di sistemazione camere, di approvvigionamento legna e quant’altro. Sono una ventina i ragazzi, maschi e femmine tra i 10 e i 15 anni, provenienti tutti da Milano ed hinterland, dove ha sede il Centro Rosseau.
E’ stato l’amico Maurizio ad invitarmi a questo week end lungo, ed io, com’è solito, non ho rifiutato. Partiamo una bella mattina di dicembre, soleggiata e limpida, a bordo di una vettura e due pulmini. I responsabili dell’associazione che accompagnano il gruppo sono Alessandro, Paolo, Davide, Virginia e Morena, oltre a Maurizio e alla sottoscritta.
E’ un freddo e soleggiato giorno del gennaio 2009 quando partiamo da Milano e percorriamo l’Autostrada del Sole fino a Forlì per poi lasciarla ed arrampicarci lungo le strade che portano sull’appennino.
Arriveremo a destinazione verso le 4 del pomeriggio, dopo circa 5 ore di viaggio e dopo aver attraversato piccoli centri rurali ancora innevati dalle recenti precipitazioni. Scaricati i bagagli e sistemati nei stanzoni, diamo il via alla perlustrazione della casa. All’ingresso è un grande camino ad accoglierci che si colloca al centro della cucina soggiorno, mentre ai lati si aprono due porte, una che introduce in due stanze, una dove pranzeremo, l’altra con 6 brandine dove trascorrerò le mie notti. La porta sull’altro lato della cucina conduce ai bagni e ad una scala che scende verso le altre stanze da letto.
Sistemiamo nei mobiletti e nel frigorifero i viveri che abbiamo in parte portato da casa, in parte acquistato presso un piccolo market a Portico di Romagna, piccolo paese a qualche chilometro da San Benedetto in Alpe, dove non c’è alcun negozio. Mentre tutti proseguono nei lavori della casa, con Maurizio andiamo in avanscoperta della zona per conoscere e capire come e dove muoverci nei giorni che verranno. Faremo tappa proprio a Portico, poiché ci incuriosisce un grande cartello all’ingresso del borgo che dice “paese dei presepi”. Il periodo è quello giusto, le strade si stanno vestendo di centinaia di piccoli e grandi presepi, uno ad ogni porta di casa, qualcun altro negli slarghi e nelle piazze, uno spettacolo di colori, di idee, di forme.
Sono tutti diversi l’uno dall’altro, quello in paglia e quello con la pasta di grano duro, quello ricavato dentro un monitor di un computer, quello addobbato con cd e transistor ed altri ancora più fantasiosi. Ma sarà nel bar dove faremo sosta per un aperitivo a fare un incontro magico, perfetto per il nostro soggiorno. Antonio, vigile urbano ora in pensione, si scoprirà essere il nostro “uomo della provvidenza”. Cordiale e alla mano com’è la gente di queste parti, ci parlerà del Parco Nazionale e della possibilità di visitarlo, lungo un itinerario che corre lungo il Montone e che si svelerà straordinario nelle sue dantesche cascate dell’Acquacheta. E non solo. Antonio ci parlerà della millenaria Abbazia che sorge proprio a pochi metri dalla nostra casa di San Benedetto in Alpe. sarà la nostra guida per la visita al paese, ma non solo. Visiteremo tutto questo nei tre giorni di permanenza e scopriremo la bellezza ed il pregio di un ambiente naturale sorprendente.
Ma anche questi piccoli centri che conservano ancora quasi intatte le strutture agrarie, l’urbanistica e le architetture rurali, civili, militari e religiose di un tempo. San Benedetto in Alpe Sorge nella parte più montana del territorio comunale, alla confluenza con tre fiumi: l’Acquacheta, il Rio Destro e il Troncalosso. Il borgo si sviluppa attorno alla millenaria Abbazia dei monaci benedettini che sorge in posizione sopraelevata, su un poggio chiamato “Biforco”. Visitabile e ben mantenuta, l’Abbazia pare abbia ospitato per un certo tempo Dante Alighieri e che proprio qui prese corpo parte della Divina Commedia. In effetti, nel sedicesimo canto dell’Inferno, il poeta descrive la cascata dell’Acquacheta e richiama anche l’Abbazia stessa. Lungo la via titolata a Dante, che conduce alla parte bassa del paese, è stata collocata una bella Via Crucis composta da formelle a bassorilievo in cotto incastonate in lastre in pietra di San Benedetto, fornite da cavatori e scalpellini del posto.
Qui ha poi sede il Centro Visita di San Benedetto in Alpe (tel. 0543.965286) dove l’amico Antonio ci ha accolti, guidandoci attraverso pannelli ed allestimenti dentro la natura e la storia del parco. Durante la visita Antonio ha raccontato e descritto le caratteristiche e le peculiarità di questo territorio, in un modo simpatico e coinvolgente, tanto da attirare ed interessare tutti i ragazzi che erano con noi. Da qui poi il via all’escursione per le cascate dell’Acquacheta.
Portico di Romagna
Questo piccolo centro è senz’altro il fiore all’occhiello di quest’area. Con una struttura urbanistica medievale distribuita su tre livelli ben distinti collegati da suggestivi passaggi pedonali, Portico è la sintesi della bellezza dell’ambiente naturale e la storia di questo territorio.
I cosiddetti borghi costituiscono il piano inferiore, a ridosso del fiume, formato dalle tipiche case-torri medioevali, di pietra, un tempo abitate da artigiani ed agricoltori. Attraverso i borghi si giunge al bellissimo ponte della Maestà, in pietra a schiena d’asino. Il piano intermedio è quello dei nobili, con case dove risiedevano o soggiornavano le ricche famiglie dell’epoca, come i Portinari di Firenze della famosa Beatrice, la donna cantata da Dante Alighieri. Il piano alto è quello del potere militare, politico e religioso, formato dal complesso di Santa Maria in Girone.
Il Vulcano di Monte Busca
Una visita da non perdere è quella presso il cosiddetto “vulcano più piccolo del mondo”. Si raggiunge seguendo le indicazione per Monte Busca, sulla strada per Tredozio, e si tratta di una emanazione di idrocarburi gassosi che dal sottosuolo giunge in superficie, dando origine ad un fuoco che arde costantemente.
La nostra visita notturna è stata dedicata ad una bambina del gruppo, Gaia, per festeggiare il suo dodicesimo compleanno. La mezzanotte ci vedeva tutti attorno a questo fuocherello che ardeva e riscaldava quella gelida notte, accompagnata dalle note di una chitarra abbracciata ora da Virginia, ora da Alessandro.
Negli occhi dei bambini, come anche nei nostri, brillava una luce che sapeva di magìa, di incanto… un breve tempo, pochi minuti, poco più di una mezzora, ma che rimarranno certamente nella memoria di tutti noi, forse, per sempre.
Centri Rousseau
Si tratta di una cooperativa sociale nata nel 1968 per sperimentare modalità educative innovative nel tempo libero dei minori. L’attività principale dei Centri Rousseau è favorire la crescita dei ragazzi in una dimensione di gruppo attraverso un percorso educativo che dai 6 anni giunge alla maggiore età e che si svolge attraverso le vacanze estive e le attività continuative durante l’anno.
Questo percorso si conclude per molti nel diventare a loro volta educatori Rousseau. Le vacanze durano in genere 20 giorni, necessari alla creazione di un gruppo consapevole, ma durante l’anno vengono organizzati soggiorni anche di pochi giorni che rientrano nel progetto delle attività di continuità. Il personale educativo (monitori) è giovane, specificamente formato ed aggiornato ogni anno dalla cooperativa. Ogni équipe è coordinata da un responsabile.
©Roberto Roby Rossi