Bielorussia, alcuni dati
repubblica presidenziale interna al CSI
La Bielorussia è una repubblica presidenziale interna al CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) e si estende su una superfice di 207.600 kmq.. L’economia è basata principalmente sul comparto agricolo ma anche sui settori alimentare, tessile, della lavorazione del legno e dei prodotti chimici. La moneta è il Rublo Bielorusso (Brb).
La capitale è Minsk che conta 1.700.000 abitanti. E’ uno stato polietnico e policonfessionale, dove abitano rappresentanti di oltre 100 etnie, senza conflitti, nessuna tensione.
La popolazione è di circa 10 milioni di abitanti, bielorussi (oltre l’80%), russi (10%), polacchi (4%), ucraini (2,5%) e poi cechi, slovacchi, lituani, lettoni, ebrei, tartari, azerbaigiani, armeni, coreani, tedeschi, svedesi, estoni, moldavi, zingari, ecc.
Attualmente in Bielorussia coesistono 26 confessioni religiose. La più numerosa è quella ortodossa.
Le religioni riconosciute come tradizionali sono, oltre alla già citata ortodossa, la cattolica e la luterana.
Il 50% della popolazione si considera credente, di cui l’80% si dichiarano ortodossi, il 14% cattolici, il 2% protestanti.
Dopo Chernobyl...
Nel
2007 sono oltre 44.000 i bambini ospitati nei paesi esteri per il
risanamento. La permanenza è da uno a tre mesi e le destinazioni
sono soprattutto l’Italia (oltre 21.000), poi Germania (circa
9.000), Inghilterra, Spagna, Irlanda, Belgio, Stati Uniti, Paesi
Bassi.
I progetti umanitari per il risanamento dei bambini all’estero
si estendono in tutte le regioni della Repubblica di Belarus, ma al
primo posto quelle di Gomel e di Moghilov, le zone più colpite dalle
radiazioni della centrale. Negli ultimi 15 anni, nell’ambito dei
vari programmi di accoglienza, sono stati accolti in Italia più di
400 mila bambini, l’80% di tutti i minori stranieri che in quel
periodo hanno soggiornato nel nostro paese per migliorare il loro
stato di salute.
L’Italia è il maggior partner della Bielorussia
nell’organizzazione del risanamento dei bambini colpiti dalle
conseguenze della catastrofe di Chernobyl.
©Roberto Roby Rossi
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