Valle della Luna - domenica
la notte ha portato vento forte e nuvole
Oggi è l’ultimo giorno. La notte ha portato vento forte, e con sé anche tante nuvole che minacciano pioggia. E’ così da quando sono qua. Confido che anche oggi il sole riuscirà a vincere questa spessa coltre grigia. E ritorni a risplendere, ad illuminare la valle. Questa mattina andrò alla quarta e alla quinta valle, farò visita alla tartaruga e al gabbiano. Le zone si identificano anche con la forma delle rocce.
Una sciacquata prima di incamminarmi per il sentiero. Anzi, anche il tempo di un frutto e un sorso di succo d’ananas. Una leggera pioggia mi accompagna. Il cielo ogni tanto rischiara. Ma la valle è inalterabile, pioggia o sole, è sempre incantevole. Il sentiero per la quarta valle è abbastanza agevole, solo per pochi tratti si devono arrampicare alcuni roccioni. Lascio Mimmo in grotta, con lui c’è adesso Franceschina e il suo ragazzo, Roberto. Si bevono un caffè. Saluto e vado. Arrivo alla prima valle, ci sono tre tende di gente giunta questa mattina. Il sentiero passa vicino a loro, mi salutano e contraccambio. Alcuni sono spagnoli, altri italiani. Pochi minuti e ho già superato la fila di sassoni oltre i quali si apre la quarta valle.
Qualche raggio di sole appare timidamente. E mi pare di essere come dentro ad un dipinto, dove il pittore, con qualche giusta pennellata, mette in risalto i suoi soggetti, li anima, li ravviva. Ora il sole, come il pittore, ha dato luce e risalto alle cose, alla sua tela. Tra alcuni scogli, poco più in là della riva, il relitto di una nave affondata qui, la Adelconcita, negli anni ’80.
L’aria si è scaldata, la felpa si è fatta pesante, la lego in vita e proseguo per la quinta valle. Da lì si vede vicino il faro di Capo Testa. Mi fermo qualche ora, leggo e scrivo. Poi non leggo e non scrivo, non faccio nulla. Seduto a terra, mi prendo le ginocchia tra le braccia e fisso l’orizzonte. Non ho pensieri, nessuna preoccupazione per la testa. Mi sembra strano. E’ l’effetto “Valle della Luna”. Che tra qualche ora lascerò. Prenderò le mie cose, lasciando a Mimmo quello che non ho consumato.
Ho trascorso qui giorni indimenticabili, insieme a gente indimenticabile. Pochi giorni, solo quattro, ma che potrebbero essere cento, mille per quello che mi hanno dato. Saluterò Mimmo con un abbraccio forte, e con lui Peter, Gigi, Peppino, Raf, Andrea, Franceschina, Lucrezia, Scooter, tutti quanti.
Li saluterò e li ringrazierò per avermi fatto entrare nella loro famiglia come un fratello. Sarà un saluto di gioia perché, si è vero, me ne sto andando, ma ritornerò presto.
A settembre sarò di nuovo con loro, insieme a loro.
Pugno chiuso, due dita alte, indice e medio, peace&love…
grazie fratelli…
(fine)
©Roberto Roby Rossi
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