Reportage
Il
nero e il bianco,
la ragione e il torto, il giusto e lo sbagliato, due estremità, due
punti divergenti.
Ogni individuo ha un proprio concetto, per sé indiscutibile, del
bene e del male. Non v’è soggettività, è inopinabile. Ogni
individuo ha nelle proprie tasche la ragione, con tanto di
spiegazione chiara, convinta, che non ammette repliche.
Ragione e
torto, giusto e sbagliato, bene e male, concetti agli antipodi.
Eppure proviamo a raffigurare questi due concetti collocati alle
estremità di una corda, uno a sinistra, l’altro a destra. Due
punti così lontani, apparentemente. Da una parte la ragione,
dall’altra il torto, da una parte il bene, dall’altra il male.
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Qualche giorno qui, dove un vento violento e pungente smuove con forza la mia piccola tenda e mi ricorda che, anche a queste latitudini, è la notte di capodanno, anche qui, in questa parte di Africa. Quell'Africa colonizzata, sfruttata, dove l'occidente ha voluto imporre le sue regole, quelle del business, dell'occupazione e della sottomissione. Erano anni che immaginavo questo viaggio, breve ma intenso, lontano da tutto, fuori dal tempo. Per una decina d'anni, fino al 1998, l'Algeria è stata terra di guerre e di combattimenti, creati ad hoc con la solita molla dell'integralismo islamico, una miccia sempre pronta, tenuta lì per essere innescata da chi, sulle guerre, monta le proprie fortune.
viaggio a Nairobi - reportage su Libertà
La mano è indecisa, la penna in attesa, la mente vaga. Ci sono momenti che vorresti dire tutto, far uscire quello che hai dentro, le emozioni, le sensazioni, i sentimenti. Che senti come un fardello troppo pesante, che hai bisogno di liberare... La mano è indecisa, la penna in attesa, la mente vaga. Ci sono momenti che vorresti dire tutto, far uscire quello che hai dentro, le emozioni, le sensazioni, i sentimenti. Che senti come un fardello troppo pesante, che hai bisogno di liberare, di scaricare. E che invece rimane lì, non ti esce nulla, proprio nulla. E’ sempre difficile parlare di sentimenti, è molto difficile parlare dei propri sentimenti. E sai quanto sarebbe dannatamente importante, quanto lo vorresti. Ma è così, non ce la fai. E tutto rimane lì, dentro di te. E il fardello diventa sempre più grande, sempre più pesante. “Perché?” ti chiedi, perché dev’essere così?. Ma non c’è perché. E’ così e basta.
Una delle più autorevoli guide descrive il Mali come “il gioiello sulla corona dell’Africa occidentale”. Niente di più vero. Questo è un paese che racchiude in sé tutti gli ingredienti per un’esperienza unica, capace di stupire anche il viaggiatore che ha raccontato, nel proprio taccuino, tutte le capitali del mondo perchè Il Mali è al centro di un territorio che parla di un passato glorioso, che narra di uno dei più grandi imperi dell’Africa. Questo reportage è dedicato a chi è coscente che nell'Africa si affondano le radici dell'umanità, le nostre radici, quelle dei nostri genitori, dei nostri nonni e degli avi che ci hanno procreato... In questo racconto si conosceranno le storie dei nostri fratelli, oggi purtroppo alle prese con quelle sanguinose guerre che i potenti del mondo vogliono per mantenere la loro posizione dominante, spargendo sangue di bambini, di donne e di uomini, impoverendo ancor più, se si può, grandi aree del mondo. Questo reportage è del 2009, quando una pace era stata raggiunta, prima che le armi e la morte tornasse prepotentemente a mietere vittime...
Un viaggio in moto, attraversando francia e Spagna, per imbarcarsi a Gibilterra e raggiungere Tangeri a bordo dei traghetti della compagnia del Marocco. Sosta a tangeri, poi tappe a Rabat, Fes, Marrakesh, Ouarzazate via deserto di pietra e poi Casablanca, per incantarci alla visione della Moschea Assan II, la seconda più grande del mondo, ed indignarci per come è stata costruita... in preparazione...
Dagli ksour di Tatauine, opere architettoniche straordinarie, all'oasi di Ksar Ghilane per poi fare tappa a Matmata, piccolo borgo strategico per giungere a Douz. Qualche giorno per visitare la città con tutte le sue tentazioni turistiche, fra guide e locali che fanno capire quanto sia frequentata questa città. Sarà però Tozeur a farmi innamorare di questa terra di Tunisi, una località di una bellezza inenarrabile, dove i colori e la vivacità dei suoi luoghi ti invitano a fernarti di più di quanto hai programmato. Ma il viaggio deve continuare... visita a Kairouan, nota per la bella moschea e per la lavorazione dei suoi tappeti e poi rientro a Tunisi, dove il traghetto mi riporterà, speriamo lentamente, verso casa... in preparazione...
Tante volte non c’è risposta ad alcuni perché? Oppure potrebbero essere così tante le risposte che è come non ce ne fosse nemmeno una. Oppure spesso sono risposte che non si devono dare per non banalizzare una propria scelta, intima, personale. Quante persone e quante volte mi sono sentito chiedere perché? Solo a pochi, pochissimi, ho cercato di spiegare perché. Non è facile. Neanche un po. Ogno volta devi entrarti dentro, parlare di cose che anche a te stesso raramente ti sei detto. Andando in profondità, scavando nella memoria, nei ricordi, superando a fatica quegli ostacoli che inevitabilmente la mente ti frappone. Per tutelarti, per salvaguardarti da scomode verità, da eventi rimossi, da momenti apparentemente cancellati, morti. Che morti non lo sono. E non lo saranno mai. Certe scelte di vita sono indispensabili alla propria sopravvivenza, per tagliare con il passato, per cambiare, per ricominciare. E ripartire sul pulito, come se nulla fosse mai stato. Sono decisioni sofferte, nella testa, nello stomaco...
Per Libertà scriverò di questi giorni, racconterò le emozioni, le sensazioni. Parlerò di questi bambini. Parlerò della sofferenza, dell’ingiustizia, del profitto a tutti i costi. E parlerò d’amore, che è sopra ogni cosa. Sopra il profitto, sopra l’ingiustizia, sopra la sofferenza. in Bielorussia per questo, per amare. Per ritrovare quei bambini che torneranno quest’estate da noi. Nelle nostre case, nelle nostre famiglie. Per dire a loro che non li abbiamo dimenticati, che non li dimenticheremo mai. Per fargli sentire il nostro amore. Con un bacio, con un abbraccio, con un sorriso. Oggi in Bielorussia per questi bambini, i bambini di Chernobyl...
Quattro giorni in grotta, a vivere con il popolo della Valle della Luna, l'ultimo paradiso hippy, giorni vissuti fuori da tutto, dagli schemi preordinati, dai luoghi comuni, dal sistem. In questa terra di Sardegna, quella che Faber si augurava come paradiso, sono tanti i luoghi dove poterti fermare, staccare con il mondo che c'è fuori e dedicarti a te... Forse con quel pò d'egoismo che ognuno ha dentro di sè, necessario per ritrovarsi, per mettere meglio a fuoco alcune cose, per le scelte che dovrai continuare a fare... la Valle della Luna è uno di questi luoghi, per me questo è il luogo. Lei ti accoglie, non ti chiede, ti lascia fare. Come il migliore amico, la migliore amica...
oltre 50 gatti on the beach in totale libertà
gni anno la Colonia è meta di tanti visitatori provenienti dall’Italia e da tutta Europa. Su Pozzosu (o Su Pazzosu), “il rifugio” in lingua sarda, diventato poi Su Pallosu, è un piccolissimo borgo...
Pubblicata il:15/02/2016
albeggia, fuori piove ancora...
al mare si leva un luminoso e bellissimo arcobaleno che s’infrange sulle alte rocce, sta uscendo il sole, che favola la valle... mi guardo attorno, giro e rigiro la testa quasi estasiato...
Pubblicata il:22/01/2016
che la valle continui a rimanere così com’è...
questa sera si festeggia il compleanno di Luna, una ragazza della valle che in stagione ha un banco giù in paese, a Santa Teresa, vende abiti indiani e cose del genere...
Pubblicata il:22/01/2016
la notte ha portato vento forte e nuvole
questa mattina andrò alla quarta e alla quinta valle, alla tartaruga e al gabbiano... le zone si identificano anche con la forma delle rocce... una leggera pioggia mi accompagna...
Pubblicata il:22/01/2016
quattro giorni nell'ultimo paradiso hippy
quattro giorni in grotta, a vivere con il popolo della Valle della Luna, l'ultimo paradiso hippy, giorni vissuti fuori da tutto, dagli schemi preordinati, dai luoghi comuni, dal sistema...
Pubblicata il:21/01/2016
...era un pomeriggio piovoso
il 26 aprile del 1986 era un pomeriggio piovoso, il cielo sopra le nostre teste era scuro... più ad est, invece, non cadeva pioggia... quel giorno l’intero mondo conobbe Chernobyl e la sua tragedia..
Pubblicata il:18/01/2016
repubblica presidenziale interna al CSI
una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, bielorussi (oltre l’80%), russi, polacchi, ucraini, poi cechi, slovacchi, lituani, lettoni, ebrei, tartari, azerbaigiani, armeni, coreani...
Pubblicata il:18/01/2016
sono le 15, 30 del 24 aprile
eccoci a destinazione, atterriamo, dopo poco più di tre ore, con un volo charter a Minsk, capitale della Bielorussia. A bordo dell'aereo i volontari di associazioni che operano a favore dei bambini...
Pubblicata il:18/01/2016
da Gomel a Brest, nella zona più colpita
siamo a Gomel, la seconda città della Bielorussia, per questi due giorni la sveglia è di prima mattina, alle sette dobbiamo trovarci giù, veloce colazione e poi si parte... i bambini ci aspettano.....
Pubblicata il:18/01/2016
ad incontrare Ludmilla, Vlad e gli amici dell'orfanotrofio di Begomel
tutte le strutture che accolgono questi bambini hanno bisogno di tante cose, come banchi lavoro per il laboratorio di falegnameria che ci chiedono a Begomel...
Pubblicata il:18/01/2016
nelle baracche di Theresa, di Ziipa e di Lane Anwor
Vivono qui, da sempre, o quasi, hanno vent’anni, o poco più, hanno figli e nient’altro, il loro avere finisce qui... cosa vorreste, chiedo loro, un’opportunità, mi rispondono...
Pubblicata il:17/01/2016
tra i children street a Kibera
tra le lamiere contorte dove vivono un milione e mezzo di persone che non superano, mediamente, i trent’anni... e dove si propaga, inesorabile, il dramma dei children street...
Pubblicata il:17/01/2016
nel secondo slum più grande del mondo
con i suoi oltre 2,5 milioni di abitanti Kibera vanta il triste primato di secondo slum più grande del mondo e primo in Africa... in giro, dentro questo inferno, con John...
Pubblicata il:17/01/2016
per credere in un dopo Kibera
una baracca scura con il tetto spiovente, due sedie e una panca... “mi chiamo Maurice Olumbo, nasco a Kibera 22 anni fa e qui vivo con mio fratello, mia madre è ricoverata e ormai morente”...
Pubblicata il:17/01/2016
quarta baraccopoli di Nairobi
nel distretto di Kasarani, nella zona est di Nairobi, Korogocho ha subito negli ultimi anni un forte incremento ed è lo slum più densamente abitato ed instabile...
Pubblicata il:17/01/2016