lunedì 25 novembre 2024
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Stefano Torre sindaco di Piacenza

Da oggi Piacenza può scrivere una nuova storia. Ma nuova davvero.

Stefano Torre sindaco di Piacenza
Qualcuno ride, altri non capiscono, altri ancora rimangono basiti. Poi c’è invece chi si preoccupa. Alle parole di Stefano Torre, candidato sindaco della città di Piacenza, nessuno rimane indifferente. Gli elettori si dividono tra sconcertati ed affascinati, mentre i concorrenti si dividono tra preoccupati e molto preoccupati. E’ un effetto “vulcano in eruzione” la candidatura di Stefano Torre, per l’elettore lo spettacolo della lava rossa che scende impetuosa a disegnare un quadro che ha solo l’inferno come competitor, ma che al termine della corsa ha provocato solo occhi sgranati ed incantati di meraviglioso stupore. Spavento e terrore, invece, per la sua travolgente marcia che solca inesorabilmente una strada che nulla e nessuno può fermare, sono i sentimenti dei candidati che si contrappongono a Torre Sindaco

Stefano Torre apre una nuova era nella dialettica politica, detta nuove parole, enuncia altri programmi. E questa linea, che abbiamo denominato la Spoliticaly correct, spiazza ed inebetisce tutti i concorrenti, abituati a confrontarsi da mille anni sulle solite trite, ritrite e tradite promesse, di innalzamento della qualità della vita, servizi civili, assistenza, lavoro, salute, scuola, pensioni, viabilità, casa chiesa coca cola, asilo, bambini, anziani, traffico, mezzi pubblici, strade, acqua, smog, aree verdi, immigrati, sport, intrattenimento, giochi bimbi, prima noi poi loro, prima loro poi noi, prima tu che mi voti e dopo lui perché ha votato un altro, prima nessuno perché siamo tutti uguali, prima dopo durante, e via dicendo, di banalità in banalità, di raggiro in raggiro. 

Stefano Torre parla di felicità. 
Stefano Torre parla di sogni. 
Stefano Torre parla come non parla un politico, perché è sincero nella sua città ideale, forse anche utopica, ma paradossalmente più credibile dei suoi concorrenti regolarmente e sistematicamente smentiti dai fatti, da quelle parole e promesse finite nell'umido delle bugie o nel secco delle menzogne, poi uniti insieme della discarica in una sola, unica, maleodorante spazzatura. 

Stefano Torre ha scombinato i piani, ha portato il confronto politico su un altro livello, quello sul quale non possono competere gli altri candidati, capaci di promettere ciò che sanno di non poter mantenere, con quella leggerezza di chi racconta frottole sapendo che di frottole si tratta, beatamente giustificati dalla regola che “la politica è questa”. 

Stefano Torre non parla di una politica che regala ai cittadini il cielo, la luna, le stelle. Che favoleggia uguaglianza quando invece cresce la distanza tra chi comanda e chi è comandato, tra chi vive di privilegi sempre più grandi e di chi, di grande, ha solo la precarietà e l’incertezza del suo futuro. Non si lercia l’animo creando attese ed illusioni. Non offre le soluzioni così, come uno scocchiare le dita, non parla di diritti che saranno riconosciuti e che invece oggi sono barattati in favori proprio da chi siede, o ha già seduto, nei palazzi del comando e che hanno già raccontato e garantito tutto il meglio e ancora di più. 

Stefano Torre ha messo di fronte agli elettori il loro Re, quello che ha sempre raccontato ciò che loro volevano sentire, ma lo ha spogliato, lo ha denudato. Ora il Re è nudo. Poco potranno fare ancora i blablabla, i finti contrasti, le contrapposizione che si fanno l’occhiolino di nascosto (ma anche non troppo, con la sfacciataggine dell'arroganza). 
Stefano Torre si rivolge a chi non ha interessi propri, a chi non vota quel politico perché è il cugino dell’amico, la sorella del compagno della suocera, l’avvocato che sta seguendo quella causa che mi interessa, la mamma di quella amica che è proprio una gnocca e che mi ha chiesto di votarla e che quindi la voto perchè poi magari... non si sa mai… 

Stefano Torre parla ai disillusi che soffrono il non riuscire più a credere, che hanno sempre votato e che hanno sempre creduto nel voto, ma che adesso "basta essere presi ancora in giro". 
Parla a chi vuole sentire la voce di chi, come lui, ha perso fiducia in questa politica di parole, sempre le stesse, sempre quelle, sempre e solo parole. 
Stefano Torre vuole dire a tutti state con me e urliamo a squarciagola, a questi fanfaroni, che il Re è nudo, che ora cambiamo registro, andiamo oltre, l’epoca delle bugie è finita, ora crediamo in un sogno, folle, tanto folle che diventa possibile, bellissimo. Stefano Torre è per chi vuole che Piacenza sia d’esempio per l’intero belpaese, che l’Italia possa domattina svegliarsi e scoprire che il cambiamento di rotta parte proprio da Piacenza, perché non si vogliono più sentire chiacchiere di ciò che si dovrebbe avere di diritto e che invece, ogni volta, sistematicamente, viene negato.  
Da oggi Piacenza e i piacentini vogliono di più
Vogliono la Formula 1
vogliono l’indipendenza dall’Europa
vogliono una moneta propria. 
Da oggi Piacenza scrive una nuova storia
Ma nuova davvero.

©Roberto Roby Rossi
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